A Pina.
Canna è un comune dell’Alto Jonio Cosentino situato in una fascia collinare il cui territorio si sviluppa come profilo altimetrico tra 150 e 710 m. s.l.m.. Le diverse caratteristiche geologiche dei terreni, la vicinanza della montagna e del mare (in linea d’aria distante 10 km), il clima e la scarsa densità di popolazione costituiscono gli elementi che hanno favorito nel tempo il consolidarsi di diversi habitat ben conservati dove è possibile osservare una varietà floristica di interesse naturalistico. La presenza di una fiumara, denominata Torrente Canna, caratterizza l’intero territorio che nella sua parte più a valle, in direzione est, ha una quota di 150 m s.l.m. che sale gradualmente verso monte. I cambiamenti climatici degli ultimi decenni hanno modificato l’orografia del Torrente Canna: la diminuzione delle piogge ha favorito la crescita di molte specie arboree, tanto che ampi tratti sono stati colonizzati da una flora vigorosa di alberi e arbusti che costituiscono intricate barriere naturali.
L’abitato, ubicato sulla riva sinistra della fiumara a 420 m s.l.m., è circondato da una rigogliosa vegetazione, in particolare, a nord-ovest si sviluppa tra i 430 e i 600 m s.l.m. un’estesa collina, detta Cummarùs’, dove vive gran parte delle piante rappresentative della flora mediterranea.
Tra il centro abitato e la fiumara il territorio è caratterizzato da estesi uliveti, terreni seminativi, pascoli e aree con vegetazione rada. A 340 m s.l.m. la presenza della sorgente “Fontana Lamanna” crea una zona umida dove predomina un ampio canneto. Un’altra sorgente, chiamata “Fontana di Massa”, è situata ad ovest di Canna a 469 m s.l.m., mentre la fonte più vicina al paese, detta “La Fontana”, si trova nella parte bassa dell’abitato.
A destra del Torrente Canna si erge Monte Soprano la cui cima raggiunge 710 m s.l.m.. Qui la vegetazione è rappresentata da specie autoctone e da specie introdotte dall’uomo in seguito ad opere di rimboschimento effettuate a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso.
Dal punto di vista geologico il territorio è composto da suoli calcarei a reazione alcalina, con la presenza di sottosuoli argillosi che giustificano l’esistenza delle sorgenti citate in precedenza. Il clima è di tipo mediterraneo con inverni miti ed estati molto calde e secche, le precipitazioni sono scarse, prova ne sia la scomparsa di sorgenti in zona Convento e in località Zirìll’. Come tutto il versante dell’Alto Jonio Cosentino, anche il territorio di Canna è soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico. Uno studio geologico (S. Gallicchio, Meccanismi ed evoluzione della frana di Canna (confine calabro-lucano), Boll. Soc. Geol. It., 113 (1994), 317-328.) pubblicato nel 1994 ha evidenziato la presenza di una paleo-frana di grandi dimensioni che si sviluppa per circa 3 km, interessando l’area compresa tra Piano della Noce (comune di Nocara) e il Torrente Canna, la cui superficie è di circa 5 kmq . Dal suddetto studio si evince che l’abitato di Canna è stato edificato su un antico deposito di frana. Il primo episodio franoso ebbe inizio probabilmente nel Pleistocene superiore (126.000-11.700 a.C.), quando, forse in seguito ad un terremoto, un’enorme massa rocciosa si staccò dalla parte più elevata del rilievo dove sorge Nocara (antico borgo ubicato a 850 m s.l.m. a nord-ovest di Canna), provocando fenomeni di crollo e rotolamento che modificarono profondamente la morfologia dell’intero territorio. Certamente il fenomeno principale è costituito dall’antica paleo-frana appena descritta, ma è altrettanto vero che la presenza di terreni argillosi, associata a fenomeni erosivi ad opera del Torrente Canna, ha causato i movimenti franosi della storia recente, strettamente legati a periodi di intense precipitazioni piovose, ed è in questo contesto che si colloca l’ultima frana avvenuta nell’autunno del 1972, quando si verificò una straordinaria piena della fiumara. Il paese allora rimase isolato per alcuni giorni, tanto da richiedere l’intervento dell’Esercito che tramite elicottero rifornì la popolazione di generi di prima necessità e di medicinali.
Alcune aree boschive, frutto di una pianificazione per contenere i fenomeni franosi, sono strettamente legate alla fragilità del territorio, infatti in contrada Destra a Canna è presente un fitto bosco di eucalipti. Questa specie arborea ha una crescita molto rapida e le sue radici, che sono in grado di svilupparsi in profondità anche per 30 metri, possiedono la capacità di assorbire molta acqua. Per tali caratteristiche, fin dall’inizio del ‘900, gli eucalipti sono stati impiegati per bonificare zone paludose e per consolidare versanti soggetti ad erosioni.
Gli eucalipti della Destra sono stati piantati nel 1960, dopo che una frana, verificatasi il 3 dicembre del 1959, fece crollare il ponte della vecchia strada provinciale che collegava Canna a Rocca Imperiale (O. Petrucci, P. Versace, A.A. Pasqua, Frane e alluvioni in provincia di Cosenza fra il 1951 ed il 1960: ricerche storiche nella documentazione del Genio Civile, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2009, p. 274.).
Ringraziamenti.
Desidero ringraziare le persone che, a vario titolo, hanno mostrato disponibilità rivelandosi di grande aiuto per la realizzazione di questo lavoro. Un grazie particolare a: Enrico Banfi, Luigi Forte, Valerio Lazzeri, Maria Grazia Lobba, Daniela Longo, Angela Maffei, Lorenzo Peruzzi, Maria Giuseppa Potente, Nicola Potente, Antonio Scarpone, Franco Tarsia e ai botanici del Sito Internet Acta Plantarum.