Acta Plantarum
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Acta Fungorum

Appunti di Morfologia vegetale
5d - Il fiore: Androceo
a cura di Giuliano Salvai (pagine web e disegni di Giovanni Dose)


Antofilli fertili: Androceo o stame

Procedendo verso l'interno del fiore si incontra l'androceo, che è l'apparato sessuale maschile del fiore, formato da un numero variabile di foglie modificate gli stami o microsporofilli.

Androceo o stame
Androceo o Stame
Disegno di Giovanni Dose
Diagramma antere
Disegno di Giovanni Dose


Gli Stami sono composti da:

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filamenti , che sono la parte sterile dello stame, hanno funzione dapprima di trasporto dei nutrienti al polline in via di sviluppo, quando ancora molto corti sono racchiusi nel boccio del fiore, poi dopo l'antesi allungandosi, di sostegno dell'antera. In genere sono filiformi, ma possono essere anche grossi, appiattiti e petaloidi (Helleborus), provvisti di appendici, essere semplici o ramificati, molto lunghi, ma anche corti o addirittura mancare.
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antere , che sono le parti fertili dello stame, generalmente formate da due teche, ma a volte possono essere costituite da una sola teca (Malvaceae) o anche tre come nella Megatritheca (Sterculiaceae). Le teche sono unite tra loro dal connettivo e ognuna è formata da due sacchi pollinici (microsporangi) che esternamente sono delimitati da uno strato epidermico l' esotecio, al di sotto del quale è posto l'endotecio formato da un strato di cellule ispessite che provocano l'apertura dell'antera con la conseguente liberazione dei granuli pollinici, che al loro interno conservano i gameti maschili.

L'apertura dell' antera detta deiscenza può essere:

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longitudinale, che si verifica lungo il setto che separa i sacchi pollinici (la più comune)
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trasversale, per fessure orizzontali o trasversali (Berberis. Galeopsis)
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poricida, per pori apicali (Polygalaceae, Solanaceae),
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valvare, per valve (Pinguicola, Laurus) e secondo la direzione delle logge
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introrsa, se le sue logge sono rivolte verso l'interno del fiore (Mentha sp.)
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estrorsa, se rivolte verso l'esterno (Iris).
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latrorsa, se rivolte lateralmente (Saxifraga)


Deiscenza


A seconda di come il filamento si inserisce nell'antera, essa può essere:

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basifissa, se inserito alla base (Tulipa sp.)
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dorsifissa, se inserito sul dorso (Colchicum autumnale, Lilium sp., Plantago sp., Poaceae)
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apicifissa, (Bignoniaceae), se inserito sull'apice
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ventrifissa, se si inserisce al centro nella faccia ventrale, infine
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sentata o sessile, se il filamento è nullo o quasi e l' antera si salda sul petalo o sepalo

Antera in base all'inserimento del filamento
Apicifissa - Campsis radicans

Foto Franco Rossi

apicifissa
Campsis radicans
Basifissa - Tulipa raddii

Foto Attilio Marzorati

basifissa
Tulipa raddii
Dorsifissa - Plantago lanceolata

Foto Giuliano Salvai

dorsifissa
Plantago lanceolata
Ventrifissa - Scilla bifolia

Foto Giuliano Salvai

ventrifissa
Scilla bifolia


Come ogni organo anche l'antera può presentarsi con diverse forme, che prendono il nome dall'oggetto che imitano, infatti può essere reniforme, ovata, sferica, sagittata (appuntita come una lancia), corniculata (con un'appendice su ciascuna teca che ricordano un corno) ed allargata (quando è più larga che lunga).

Accanto agli stami fertili possono esser presenti anche stami sterili detti staminodi (Helleborus sp., Linum sp., Trollius europaeus), che a volte assumono funzioni di richiamo degli insetti pronubi (Erodium sp.).
Nei fiori impollinati da insetti spesso sono presenti i nettarii, che sono strutture atte a contenere il nettare.


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Caratteristiche degli elementi dell'androceo

Il fiore, l'androceo e gli elementi che lo costituiscono vengono nominati a seconda del numero e di alcune loro particolari caratteristiche:

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omodinami, se i filamenti sono tutti della stessa lunghezza, se al contrario sono di diverse dimensioni l'androceo è eterostemone e gli stami sono:
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didinami, quando i filamenti sono quattro - due più lunghi e due più corti (Digitalis, Linaria, Thymus, e in genere le Lamiaceae);
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tetradinami, quando i filamenti sono sei - quattro più lunghi e due più corti (Viola e in genere le Brassicaceae)


Stami didinami e tetradinami
Stami didinami - Lamium bifidum

Foto Franco Rossi

Stami didinami
Lamium bifidum
Stami didinami - Nepeta nepetella

Foto Attilio Marzorati

Stami didinami
Nepeta nepetella
Stami tetradinami - Diplotaxis tenuifolia

Foto Patrizia Ferrari

Stami_tetradinami
Diplotaxis tenuifolia
Stami tetradinami - Alliaria petiolata

Foto Giuliano Salvai

Stami_tetradinami
Alliaria petiolata


Il fiore, quando gli stami sono 1,2,3,4,5,6,8 o più, sarà:

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monandro, (Euphorbiacee, Orchidaceae, Ficus carica);
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diandro, (Salix caprea);
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triandro, (Salix triandra);
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tetrandro, (Rhamnus saxatilis);
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pentandro, (Parnassia palustris);
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esandro, (Tulipa sylvestris);
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ettandro, (Aesculus hippocastanum);
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ottandro, (Epilobium dodonaei);
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decandro, (Cercis siliquastrum);
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enneandro o poliandro, (Mirtacee, Reseda, etc.)


Stami
Monandro - Euphorbia palustris

Foto Patrizia Ferrari

Monandro
Euphorbia palustris
Diandro - Salix caprea

Foto Silvano Radivo

Diandro
Salix caprea
Triandro - Salix triandra

Foto Alessandro Alessandrini

Triandro
Salix triandra
Tetrando - Rhamnus saxatilis

Foto Giovanni Dose

Tetrando
Rhamnus saxatilis
Pentandro - Parnassia palustris

Foto Giuliano Salvai

Pentandro
Parnassia palustris

Esandro - Tulipa sylvestris

Foto Patrizia Ferrari

Esandro
Tulipa sylvestris
Ettandro - Aesculus hippocastanum

Foto Marinella Zepigi

Ettandro
Aesculus hippocastanum
Ottandro - Epilobium dodonaei

Foto Giuliano Salvai

Ottandro
Epilobium dodonaei
Decandro - Cercis siliquastrum

Foto Franco Rossi

Decandro
Cercis siliquastrum
Enneandro - Reseda lutea

Foto Marinella Zepigi

Enneandro
Reseda lutea


gli stami possono essere liberi o saldati per i filamenti, per le antere o per entrambe le strutture, e l'androceo sarà allora:

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dialistemone, se gli stami sono liberi (Gentianaceae).
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gamostemone, se gli stami sono connati con i filamenti.

e in tal caso:

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monadelfo, se gli stami sono fusi per i filamenti in un sol fascio (Malva sylvestris, Oxalis acetosella, Salix purpurea);
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diadelfo, se gli stami sono saldati in due fasci (Wisteria sinensis, Coronilla valentina);
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poliadelfo, se gli stami sono saldati in più di due fasci (Hypericum perforatum);

Se invece le antere si saldano insieme in una specie di tubo intorno allo stilo (antere singenesiche) e i filamenti restano liberi, l'androceo è sinanterico (Asteraceae ).

A volte le antere restano molto ravvicinate sino a toccarsi, senza tuttavia saldarsi, è il caso di antere conniventi (Solanum).

Connessione degli Stami
dialistemone - Centaurium erythraea

Foto Giuliano Salvai

dialistemone
gamostemone monadelfo - Malva moschata

Foto Giuliano Salvai

gamostemone monadelfo
gamostemone diadelfo - Wisteria sinenis

Foto di Aelwyn Creative commons

gamostemone diadelfo
gamostemone poliadelfo - Hypericum perforatum

Foto Giuliano Salvai

gamostemone poliadelfo
androceo sinanterico - Santolina pinnata

Foto Giuliano Salvai

androceo sinanterico
antere conniventi - Solanum dulcamara

Foto Giuliano Salvai

antere conniventi


Ancora, secondo il numero degli stami ed alla loro posizione rispetto ai petali, il fiore si dice:

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polistemone, se gli stami sono più del doppio dei petali (Potentilla sp.)
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isostemone o aplostemone, se il numero degli stami è uguale a quello delle divisioni della corolla, con gli stami in un solo ciclo disposti alterni ai petali (alternipetali) e opposti ai sepali (oppositisepali) (Pittosporaceae, Solanaceae ecc.),
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obaplostemone, più raramente alcune famiglie hanno gli stami opposti ai petali (oppositipetali) alterni ai sepali (alternisepali) (Rhamnaceae, Primulaceae)
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anisostemone, se il numero degli stami non è uguale a quelle divisioni (veroniche, orchidee),
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merisostemone, se il numero degli stami è minore di quello dei petali e
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pleiostemone, se maggiore e quindi:
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diplostemone, quando il numero degli stami è il doppio di quello dei petali e gli stami esterni sono contrapposti ai sepali (oppositisepali) e quelli interni ai petali (oppositipetali) (che è la disposizione più frequente degli stami in due verticilli, Geraniaceae ecc.)
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obdiplostemone, se al contrario il verticillo esterno degli stami è opposto ai petali e quello interno opposto ai sepali (Caryophyllaceae)
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polistemone, se gli stami sono più del doppio dei petali (Potentilla sp.).

Posizione degli stami



Stami in base alla posizione
Isostemone Aplostemone - Pittosporum tobira

Foto Franco Rossi

isostemone:
aplostemone
Anisostemone Merisostemone - Veronica fruticans

Foto Giuliano Salvai

anisostemone:
merisostemone
Anisostemone Merisostemone - Primula farinosa

Foto Giuliano Salvai.jpg

isostemone:
obaplostemone
Diplostemone - Geranium sanguineum

Foto Giuliano Salvai

pleiostemone:
diplostemone
Obdiplostemone - Sedum_monregalense

Foto Giuliano Salvai

pleiostemone:
obdiplostemone
Polistemone - Potentilla caulescens

Foto Giuliano Salvai

polistemone


Gli stami a seconda della loro inserzione sono:

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ipogini, quando sono inseriti sotto o alla base dell'ovario, in tal caso l'ovario è supero (Ranunculus, Ericaceae);
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perigini, quando si trovano nello stesso piano dei pistilli inseriti sul margine superiore del ricettacolo scavato a coppa e non concresciuto con l'ovario (ovario semi infero), come ad es. nelle Saxifragaceae;
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epigini, quando sono disposti al di sopra dell'ovario e concrescono con il ricettacolo (ovario infero) come nelle Rosaceae e Iridaceae.

e infine

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prominenti, se sono più lunghi dalla corolla
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inclusi, se non oltrepassano la corolla

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Impollinazione

Il granuli pollinici che l'antera matura ha liberato con la deiscenza devono raggiungere lo stimma di un fiore della stessa specie e fecondare l'ovulo contenuto nell'ovario. Se il polline raggiunge lo stimma dello stesso fiore si parla di autoimpollinazione o autogamia, è invece impollinazione incrociata o allogamia quando avviene tra due distinti individui.

A seconda del mezzo che permette l'impollinazione si dice:

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zoogamia, quando è effettuata da animali detti pronubi e più precisamente l'impollinazione sarà:
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entomogama, quella effettuata da insetti che il fiore attrae con colori vistosi, profumi, nettare, ponendo in essere particolari strategie per agevolare l'impollinazione come: petali disposti in modo da favorire la posa dell'insetto pronubo (Salvia), trappole fiorali (Arum), trappole sessuali (Ophrys), percorsi obbligati (Cypripedium);
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ornitogama, effettuata da piccoli uccelli (colibrì) attratti da fiori rossi, rosa o gialli che sono meglio percepiti (passiflora, ibisco, fucsia);
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malacogama, da lumache attratte dal profumo dei fiori;
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chirotterogama, da pipistrelli e piccoli roditori che preferiscono fiori grandi, pallidi e profumati che si aprono di notte (alcuni cactus).

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Anemogamia, se è affidata al vento, in questo caso la pianta produce grandi quantità di polline e non ha bisogno di colori vivaci, profumi, nettari, organi vessillari e cerca di eliminare eventuali ostacoli alla diffusione del polline, fiorendo ad esempio, prima dello sviluppo delle foglie e dotandosi di infiorescenze pendule e con fiori e antere disposte verso verso l'esterno.
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Idrogamia, quando in alcune piante acquatiche (Vallisneria), il fiore maschile a maturazione si stacca dalla pianta e galleggiando le sue antere raggiungono i fiori femminili che si trovano in superficie , anche in questo caso non è necessario un perianzio vistoso e il polline in genere ha la proprietà di germinare solo sullo stimma. In altri casi il polline non raggiunge la superficie ma si lascia trasportare dalla corrente per raggiungere il fiore femminile (Ceratophyllum).
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Impollinazione artificiale, effettuata dall'uomo.

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Testi di Giuliano Salvai - Disegni e pagine web di Giovanni Dose - Foto di Giuliano Salvai
e dei numerosi autori indicati in calce ad ogni fotografia tutti  iscritti al gruppo botanico di Acta plantarum oltre ad alcune di pubblico dominio.
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Ultimo aggiornamento: 29/07/2023.


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